Spesso mi viene chiesto: “In cosa consiste il tuo lavoro?” Alla mia risposta, “Collaboro con un’azienda che si occupa di ingegneria, ricerca e sviluppo ed è detentrice di una blockchain low energy di sua proprietà”, inizia la confusione. “Crypto? Mining? DeFi?” – come se questi fossero concetti incomprensibili o, peggio ancora, indesiderabili.
Per spiegarmi meglio, ricorro a parole non mie ma piene di saggezza e chiarezza. Parlo di tracciabilità delle informazioni, che non possono essere manomesse poiché i dati sono crittografati, condivisi e distribuiti. Ed è qui che avviene il miracolo: la condivisione mette in luce il consenso e la validazione, creando così la fiducia. Come afferma Francesca Marino nel suo straordinario libro “Blocksophia”, la blockchain permette alla comunità partecipante di essere premiata e incentivata, agendo come un garante al nostro fianco.
La blockchain non vuole sostituire nulla, ma piuttosto unire la tradizione all’innovazione. È uno strumento potente che ci permette di costruire un futuro in cui la fiducia è al centro di ogni interazione. Non è solo una tecnologia, ma un nuovo paradigma che ci invita a ripensare come gestiamo le informazioni e le relazioni in un mondo sempre più digitale.